Messico, esperimenti di blockchain per i bambini rifugiati
Una maratona tech esplora i possibili usi di blockchain a favore dei bambini rifugiati.
L’uso della tecnologia blockchain può essere fondamentale per risolvere alcuni dei problemi di profughi e rifugiati. La garanzia di tracciabilità e di validità delle informazioni, in particolare, permette di assegnare a ciascuna persona dati anagrafici o conti correnti indipendentemente dal luogo di residenza, smaterializzando così documenti che altrimenti potrebbero essere persi durante la rilocazione forzata.
Proprio per esplorare i possibili usi della blockchain nell’ambito delle migrazioni, l’Unicef ha avviato una serie di dodici hackathon dedicate alle necessità di bambine e bambini. La prima di queste maratona, Hackathon Blockchain MX, è stata organizzata a Città del Messico lo scorso 22-23 settembre e si è focalizzata su tre temi: identità, pagamenti, e sistemi di valuta sociale.
A vincere la prima maratona è stato il progetto Linda, una piattaforma pensata per archiviare in modo sicuro documenti personali. Al secondo posto New Born propone una soluzione per raccogliere le cartelle cliniche, dando così la possibilità anche ai medici dei campi profughi di accedere alla storia pregressa del paziente. La terza idea premiata è stata Digital Passport che, come dice il nome stesso, si prefigge l’obiettivo di creare un passaporto digitale che usi blockchain e dati biometrici.
La maratona ha anche offerto un’opportunità di formazione attraverso mentoring e workshop tematici dedicati alle basi della blockchain, allo sviluppo di applicazioni decentralizzate, alle pratiche di design thinking e alle modalità di presentazione di un pitch.