Benvenuti nell’era dei mutanti dello sviluppo

Il mondo della cooperazione sta radicalmente cambiando. Ecco chi sono i nuovi attori che stanno riscrivendo le regole del gioco

Benvenuti nell’era dei mutanti dello sviluppo

Questo testo è un adattamento di un articolo pubblicato su Nesta.org da Giulio Quaggiotto, uno dei massimi esperti internazionali sull’innovazione nella cooperazione allo sviluppo.
L’articolo fa parte del Kit Data 4 Good realizzato da Innovazione per lo Sviluppo e può essere scaricato gratuitamente a questo link

 

L’era dei mutanti dello sviluppo

di Giulio Quaggiotto

Volendo cercare esempi d’avanguardia nel settore dello sviluppo, dove potremo trovarli? Probabilmente prenderemo in esame startup come Premise, che in Brasile ha previsto certe mode alimentari 25 giorni prima delle statistiche nazionali.

O magari l’attenzione si sposterà su PetaJakarta, che sta sperimentando risposte innovative alle emergenze sfruttando le reti di sensori umani. Potremmo essere tentati di considerare il progetto di risposta alle catastrofi di Airbnb come indicatore di infrastrutture alternative emergenti per far fronte ai disastri naturali.

E il piano per l’emergenza di Bitnation ideato per la crisi dei rifugiati in Europa va forse considerato come possibile precursore di future soluzioni per problematiche transnazionali – una delle sfide più ardue per il settore dello sviluppo?

Benvenuti nell’era dei mutanti dello sviluppo. Mentre le capacità degli attori consolidati dello sviluppo sono sempre più spesso messe in discussione, sta emergendo una serie completamente nuova di soggetti, svincolati dalle eredità del passato e pronti a far propri elementi di discipline diverse. Gruppi e individui che mirano a un futuro potenzialmente diverso – anzi, a molti futuri potenzialmente diversi – per l’intero settore.

La reazione dell’ambito istituzionale di fronte all’ascesa dei mutanti è stata simile a quella degli europei davanti ai primi esemplari di ornitorinco australiano: a lungo considerato una “bufala cinese” e quindi rifiutato dalle raccolte di campioni scientifici. E se invece volessimo invertire questo paradigma? Come fare per passare dalla fase di negazione a fruttuose collaborazioni con gli innovatori dello sviluppo per accelerarne la trasformazione?

 

Nuovi principi programmatici

La collaborazione con i mutanti richiede agli attori tradizionali un cambiamento sia a livello programmatico che operativo. A livello programmatico, il nostro lavoro sul campo ci ha portato a formulare i seguenti principi emergenti:

  1. Fare la mappatura di quello che la gente ha, non di ciò di cui ha bisogno –  Purtroppo per tanti progetti legati allo sviluppo il punto di partenza predefinito rimane la mappatura dei bisogni anziché delle risorse già disponibili. Solo invertendo questo paradigma, è possibile far emergere progetti e partnership potenzialmente dirompenti. (Segnali del futuro: Patient InnovationEdgerydersCommunity MirrorPremise).
  2. Prepararsi a molteplici futuri – Scrutare l’orizzonte alla ricerca di soluzioni che contraddicono il paradigma dominante può contribuire a superare la fase di negazione e avviare lo sviluppo di nuove interfacce per collaborare con i mutanti. (Segnali del futuro: OpenCareImprostucturesSeeds of Good AnthropoceneMuseum of the Future).
  3. Condurre molteplici esperimenti paralleli – Tanti progetti legati allo sviluppo poggiano ancora su narrative e presupposti lineari, del tipo: “basta lanciare una campagna di sensibilizzazione e i cittadini finiranno per comportarsi in maniera diversa”. Il passaggio dalle narrative lineari alle ipotesi da testare sul campo spalanca le porte alla possibilità di esplorare un ventaglio di soluzioni e collaborare con partner capaci di suggerire strategie del tutto nuove. 
    (Segnali del futuro: Chukua HakuaGiveDirectly, l’Ufficio degli Esperimenti del Primo Ministro finlandeseIdeas42Cognitive Edge).
  4. Abbracciare la trasversalità – La comprensione profonda e granulare delle dinamiche locali, insieme alla mappatura dei sistemi e all’accoppiamento di esperti comportamentali con specialisti dello sviluppo, è un passaggio che contribuisce a identificare i punti d’ingresso per esplorare interventi di tipo nuovo basati sui principi della trasversalità.
    (Segnali del futuro: Sardexsocial prescriptionsforensic architecture).
  5. Dai progetti ai sistemi – Le organizzazioni del settore dello sviluppo espressamente interessate a creare nuove partnership devono passare dalla logica dei progetti agli investimenti nei sistemi. Ciò vuol dire passare dalla ricerca di soluzioni alla collaborazione con ogni attore parte del sistema per sviluppare un livello di coscienza superiore rispetto alle questioni che si trova davanti
    (Segnali del futuro: Lankelly ChaseIndonesia waste banks, Dark Matter Labs).

 

Nuovi principi operativi

Buona parte dei mutanti non ha alcun interesse a collaborare con le organizzazioni istituzionali, perché le considerano troppo insensibili, ingrate o lente.

Per cercare di coinvolgerli, bisognerebbe abbandonare l’implicito paternalismo che contraddistingue l’intero settore e realizzare relazioni di tipo nuovo puntando sull’innovazione delle maggiori fasi operative:

  1. Comunicazione – Per poter attirare persone interessanti, occorre in primo luogo essere interessanti all’origine. Gran parte della comunicazione interna è tuttora dominata dai modelli comunicativi delle corporation e centrata sulle storie di successo oppure sulla perenne raccolta-fondi.
  2. Appalti e finanza – Le pratiche d’appalto tradizionali finiscono per soffocare gli innovatori locali che invece possono ideare strategie diverse, non-intuitive ma localmente rilevanti per la soluzione dei problemi. La serie di strumenti finanziari predisposti dalla Fondazione per l’innovazione nazionale in India farebbe impallidire buona parte delle offerte degli attori tradizionali nel settore dello sviluppo.
  3. Risorse umane e partnership – Basta confrontare le offerte di lavoro e i manuali per il personale di molte organizzazioni dello sviluppo con, giusto per dire, una startup come Valve e vediamo subito dove sta il problema. Occorre implementare rapporti di fiducia e interfacce di tipo nuovo capaci di consentire scambi fluidi con le entità esterne – altrimenti la collaborazione con i mutanti rimarrà appannaggio di un piccolo gruppo d’imprenditori solitari, decisi a rischiare il tutto per tutto pur di smuovere la situazione.

Abbracciare i mutanti

La pratica dell’innovazione sta viaggiando in maniera più veloce di quanto molte organizzazioni nel settore dello sviluppo vogliano azzardarsi a riconoscere, e ancor meno ad adottare. Tenere il passo con i mutanti, avviare partnership con loro e sfruttarne l’esperienza in definitiva è una questione di legittimità. A meno che le iniziative innovative non riescano a dimostrare i risultati ottenuti su questo fronte, continueranno a circolare appelli per chiedere l’uscita di scena degli attori più tradizionali.

 

Traduzione in italiano di Bernardo Parrella
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